venerdì 17 ottobre 2014

Paolo Guzzi

L’acqua veloce

Tremula superficie, giallo impasto seriale
Scorre durante l’alluvione con tronchi e cani:
zombi si intromettono nella vita d’ogni giorno,
tra i vivi si nascondono,
ci ricattano per la loro conoscenza
insieme della vita e della morte.
L’oraziana piena del Tevere, rovinosa
esonda presso il tempio di Vesta:
segno di lutto per l’assassinio di Cesare,
triste presagio di guerra civile
triste presagio di guerra dall’Oriente,
quando il dio, geloso della moglie, schiavo di lei
fieramente si gonfia, orgoglioso.
Invano Alemanno lo controlla,
il fiume sembra portarlo via, nella notte,
ma, pietosamente, al ponte, evita la tragedia
e scende precipitoso al mare, trascina
imbarcazioni  e topi, lascia alberi di Natale
con lucidi regali di plastica appesi ai rami.
Nell’isola, lungodegenti insonni, anziani disabili,
giovani in attesa dell’operazione, sulla nave
sogguardano dagli oblò il livello dell’acqua,
mentre, al sicuro, dall’alta  riva, sfaccendati,
nullafacenti, svoltano la notte e il sabato sera,
brindando con la birretta tra lucide labbra:
lucchetti tintinnano al vento della corsa dell’acqua.
Zombi si trascinano sulla sponda,
qualcuno raggiunge la sua ombra
che si specchia nell’onda.


PAOLO GUZZI

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