L’acqua
veloce
Tremula
superficie, giallo impasto seriale
Scorre
durante l’alluvione con tronchi e cani:
zombi
si intromettono nella vita d’ogni giorno,
tra
i vivi si nascondono,
ci
ricattano per la loro conoscenza
insieme
della vita e della morte.
L’oraziana
piena del Tevere, rovinosa
esonda
presso il tempio di Vesta:
segno
di lutto per l’assassinio di Cesare,
triste
presagio di guerra civile
triste
presagio di guerra dall’Oriente,
quando
il dio, geloso della moglie, schiavo di lei
fieramente
si gonfia, orgoglioso.
Invano
Alemanno lo controlla,
il
fiume sembra portarlo via, nella notte,
ma,
pietosamente, al ponte, evita la tragedia
e
scende precipitoso al mare, trascina
imbarcazioni
e topi, lascia alberi di Natale
con
lucidi regali di plastica appesi ai rami.
Nell’isola,
lungodegenti insonni, anziani disabili,
giovani
in attesa dell’operazione, sulla nave
sogguardano
dagli oblò il livello dell’acqua,
mentre,
al sicuro, dall’alta riva, sfaccendati,
nullafacenti,
svoltano la notte e il sabato sera,
brindando
con la birretta tra lucide labbra:
lucchetti
tintinnano al vento della corsa dell’acqua.
Zombi
si trascinano sulla sponda,
qualcuno
raggiunge la sua ombra
che
si specchia nell’onda.
PAOLO
GUZZI
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