giovedì 16 ottobre 2014

David Hockney

due figure, ai lati opposti dello stagno ( *)

In quelle traiettorie, eventi. La messa in scena del vuoto, la souplesse con cui lo splash diventa immodificabile cristallo. Non c’era - oltre - necessità di noi. Non c’era, allo sguardo, alla calura, che il casuale esporsi di due a un momento limite, tra linee oriz-zontali e fughe. Chi guarda, chi scompare, gli alberi che attingono ad un più alto cielo, il congelarsi dell’aria in doppi azzurri e riflessi di spigoli contro un qualunque pomeriggio. Nessuno si accorge che ce ne siamo andati, disincarnati corpi, àliti, individuali memo-rie d’un istante, rappresi oltre la gravità di spruzzi come effetti del liberarsi d’un peso, d’un pensiero... (è, in queste circostanze, il silenzio stesso che rapprende, come trasparente durezza sovrappone onde a onde nella prima sera)


(*) David Hockney - A bigger splash, acrilico su tela, 1967


Giacomo Cerrai – da Diario estivo e altre sequenze – Ed. L’Arcolaio 2012





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