due figure, ai lati opposti dello
stagno ( *)
In
quelle traiettorie, eventi. La messa in scena del vuoto, la souplesse
con cui lo splash
diventa immodificabile cristallo. Non c’era - oltre - necessità
di noi. Non c’era, allo sguardo, alla calura, che il casuale
esporsi di due a un momento limite, tra linee oriz-zontali e fughe.
Chi guarda, chi scompare, gli alberi che attingono ad un più alto
cielo, il congelarsi dell’aria in doppi azzurri e riflessi di
spigoli contro un qualunque pomeriggio. Nessuno si accorge che ce ne
siamo andati, disincarnati corpi, àliti, individuali memo-rie d’un
istante, rappresi oltre la gravità di spruzzi come effetti del
liberarsi d’un peso, d’un pensiero... (è,
in queste circostanze, il silenzio stesso che rapprende, come
trasparente durezza sovrappone onde a onde nella prima sera)
(*)
David Hockney - A
bigger splash,
acrilico su tela, 1967
Giacomo
Cerrai – da Diario estivo e altre sequenze – Ed. L’Arcolaio
2012
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