giovedì 16 ottobre 2014

Ivano Mugnaini



Folli e strani castori

Facendo due rapidi conti, se diamo
al cupo albergatore tutto il denaro
messo da parte per l'affitto mensile
della casa oggi lontana, e gli consegniamo
con gesto ilare e breve le nostre carte
di credito legate a conti correnti
già quasi sfiatati, potremmo restare
qui, sulle sponde di questo lago
incantevole e sperduto, per un totale
di giorni ventidue, stanza con balcone,
colazione e vista compresi nel prezzo.
Staremmo qui, abbracciati nel letto,
guardando il sole e il cielo, il mistero
che si insegue sfiorando il verde del bosco
e l'azzurro dell'acqua. Saremmo nuvole,
e coglieremmo forse in un istante
il codice del vento, la corrente che ferisce
e sostiene, l'aria muta che osserva e passa,
come un alito, un brivido, la vita.
L'ultimo giorno scivoleremmo silenziosi,
ancora abbracciati, dal fresco della camera
al profondo del lago. Solo un rapace ci vedrebbe,
e capirebbe il senso, il cammino, o forse
ci scambierebbe per folli e strani castori,
prima di virare, indifferente, verso
il suo tratto libero di cielo.





Ivano Mugnaini


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