Folli e strani
castori
Facendo
due rapidi conti, se diamo
al
cupo albergatore tutto il denaro
messo
da parte per l'affitto mensile
della
casa oggi lontana, e gli consegniamo
con
gesto ilare e breve le nostre carte
di
credito legate a conti correnti
già
quasi sfiatati, potremmo restare
qui,
sulle sponde di questo lago
incantevole
e sperduto, per un totale
di
giorni ventidue, stanza con balcone,
colazione
e vista compresi nel prezzo.
Staremmo
qui, abbracciati nel letto,
guardando
il sole e il cielo, il mistero
che
si insegue sfiorando il verde del bosco
e
l'azzurro dell'acqua. Saremmo nuvole,
e
coglieremmo forse in un istante
il
codice del vento, la corrente che ferisce
e
sostiene, l'aria muta che osserva e passa,
come
un alito, un brivido, la vita.
L'ultimo
giorno scivoleremmo silenziosi,
ancora
abbracciati, dal fresco della camera
al
profondo del lago. Solo un rapace ci vedrebbe,
e
capirebbe il senso, il cammino, o forse
ci
scambierebbe per folli e strani castori,
prima
di virare, indifferente, verso
il
suo tratto libero di cielo.
Ivano
Mugnaini
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