giovedì 16 ottobre 2014

Leila Falà

(Affondo)


Spazio enorme infinitesimale
tra un paio di guanti esile, con bottone
e il nero affondo - dopo quel boato
da cui ha rigalleggiato.

Ecco lo scarto
fra la leggerezza
e l'imponderabile assenza.
Lì, in quel mezzo, mi sento vertigine.
Affondo e riemergo
come un guanto, un bottone
resto preda di un'onda che mi annega e poi
mi salva.
In questo andirivieni io rovino.



  • Di Leila Falà da OGGETTI, silloge in memoria dei dispersi in mare nel disastro di Ustica. La silloge è contenuta in “E’ negli oggetti che ti ricerco” (Corraini, 2013)



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