IL VENTO E IL MARE
Sotto i raggi più vividi
del mattino
ancora palpita il bistro
mare,
cavalca il vento l’onda
sonante
contro gli scogli
e solleva una leggera
nebbia.
L’onda s’impenna sulla
verde criniera d’alga,
avvolgendo la riva ruvida
con la sua schiuma di seta
pallida.
Un lampo fende il cielo,
il mare splendendo mugghia
sotto i venti, che
mulinando
tornano a bere i salati
aromi
rifiorendo l’odoroso
canto
che s’erge dalle acque
del mare.
Sciaborda la rada azzurra,
ondeggia e posa,
si ritrae e cede;
si culla sul turchino
dolcemente sfiorata dal vento.
Dall’infinito azzurro
tranquillo
un gabbiano, dalle ali
immense,
volteggia su quell’attimo
di vita vacua.
Fuggono, nello stesso tempo, giostre d’ore
sempre uguali
tra cimose di vita capaci di fare a meno
di me.
Esatta affiora la misura del mio nulla.
Io scrivo, con la mia
leggera e incolta penna,
seduto a cielo aperto,
ebbro di vento e di mare
sfaccettando i miei
pensieri in versi
dove si insinua un
brivido.
E sto nell’attesa che il
vento soffi
sulla mia cinerea polvere,
disperdendomi
nel quieto mormorio del
mare e mi porti verso Dio.
Emanuele
Insinna
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