giovedì 16 ottobre 2014

Emanuele Insinna

IL VENTO E IL MARE


Sotto i raggi più vividi del mattino
ancora palpita il bistro mare,
cavalca il vento l’onda sonante
contro gli scogli
e solleva una leggera nebbia.
L’onda s’impenna sulla verde criniera d’alga,
avvolgendo la riva ruvida
con la sua schiuma di seta pallida.
Un lampo fende il cielo,
il mare splendendo mugghia
sotto i venti, che mulinando
tornano a bere i salati aromi
rifiorendo l’odoroso canto
che s’erge dalle acque del mare.
Sciaborda la rada azzurra, ondeggia e posa,
si ritrae e cede;
si culla sul turchino dolcemente sfiorata dal vento.
Dall’infinito azzurro tranquillo
un gabbiano, dalle ali immense,
volteggia su quell’attimo di vita vacua.
Fuggono, nello stesso tempo, giostre d’ore sempre uguali
tra cimose di vita capaci di fare a meno di me.
Esatta affiora la misura del mio nulla.
Io scrivo, con la mia leggera e incolta penna,
seduto a cielo aperto, ebbro di vento e di mare
sfaccettando i miei pensieri in versi
dove si insinua un brivido.
E sto nell’attesa che il vento soffi
sulla mia cinerea polvere, disperdendomi
nel quieto mormorio del mare e mi porti verso Dio.





Emanuele Insinna


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