Tecnica
di sopravvivenza per l’Occidente che affonda
la sostanza è dentro
l’occhio
ma l’occhio è di vetro
I.
si sovrappongono, sembrano a
tratti coincidere, si proiettano
a poco a poco, in tutta la
perfezione si curvano
mattoni di fumo, o colpe
riversate
per non essere proprie,
crollate
perché alte, e gonfie.
piove nero, ad arco.
ma non è così.
II.
inimmaginabile il pericolo
del fango, non se ne parli.
esige, una mappa, il secco
materiale, seguire
l’avanzata se è rapida, e
più rapida ancora la traccia
se disegna in anticipo la
falsa coincidenza, che
conta, si sovrappone, sembra
collimare:
non piove, ma non è mai
così.
III.
si sovrappongono come
separazione naturale e mutabile,
approfittano della scissione
scindendo, ma tutto è già avvenuto:
frattura misura solo
frattura, circoscritta all’intero pavimento
chiamando potere la rovina
del tempo. piove.
o
non piove, se la
pianta della città è la carta
del
mondo,
se la radice è nemica alla radice, che è.
IV.
perché nemico germogli a
nemico, di notte si sostituisce,
si condensa in alto, appare
come scuro cavaliere che cavalca
se stesso: fabbrica bene chi
fabbrica per ultimo, approfittando
del cambio di azione, lo
scopo non cambia mai, se piove,
se dio vuole, invece non
piove, no, ma la terra
non è salvata, la carta,
sfigurata.
V.
la diplopia su carta,
sfigurata, non è del tutto assente, o presente:
ne hanno a metà, una media
che mantiene il dire, il fare,
il domandare per scarsità
di pioggia: che fece piovere,
alla fine, fu la perfezione
del coincidere, cupo vento
diretto a Oriente, ma non è
così: molto e giovane
il nuovo orgoglio, abita,
qui.
VI.
: che si solleva da sola,
per la testa e
che è un arrovellarsi di
cerchi, con scarsi
risultati, che è una
impotenza tolta
e rimessa per sempre, come
un peccato, che è
infinita sete, che è
pioggia che non piove
piovuta una volta per tutte
in
odio
GIOVANNA FRENE
Nessun commento:
Posta un commento